Angelika Kowalska, il nuovo volto della Virtus
“Farò tutto quello che posso per aiutare la squadra a trovare la salvezza”.
Cagliari. Il volto nuovo della Virtus Cagliari è quello dell’ala-guardia polacca Angelika Kowalska. Il rinforzo tanto atteso che in qualche modo, si spera, possa contribuire ad ottenere quella salvezza tanto sperata nell’A2 femminile di quest’anno. Classe 1992 (è nata il 16 luglio a Lodz in Polonia) Angelika è un buon elemento che può giocare come 2 ma anche come 4 in attacco. Ottimo difensore che chiude gli spazi e lotta su ogni pallone. Non ha mai giocato in Italia, per lei esperienze in Polonia, in Islanda e Francia, indossando anche la maglia della Nazionale polacca. Da alcuni giorni in città e, dopo le visite mediche di routine, Angelika si è messa subito a disposizione del gruppo e dei due tecnici Iris Ferazzoli e Valentina Calandrelli, lavorando in vista delle prossime fatiche di campionato.
Angelika, lei è a Cagliari per cercare di dare una mano alla Virtus… si sente caricata di responsabilità?
“Essere un giocatore professionista comporta sempre responsabilità dentro o fuori dal campo. Ad essere sincera non sento alcuna pressione da parte degli allenatori o delle mie compagne di squadra. Quando sono arrivata qui ho detto loro che avrei fatto tutto quello che potevo per aiutare la squadra. Cerco sempre di mantenere una mente positiva, e credo davvero che le cose buone stiano arrivando!”.
Ha giocato in Europa ma mai in Italia. Cosa conosce del basket femminile italiano?
“Sì, è vero! Ho giocato contro l’Italia con la nazionale polacca. Una volta abbiamo perso, una volta abbiamo vinto, quindi siamo pari, ad essere sincera non ho tante informazioni al riguardo perché gran parte dei miei anni “fuori” dalla Polonia giocavo in Francia, quindi mi sono concentrata di più sul loro gioco! Ma immagino che qui le regole siano le stesse: 2 canestri, una palla, 10 giocatori in campo più il nostro obiettivo: quello di vincere le partite”.
Prima volta in Sardegna? Hai mai sentito parlare della nostra isola?
“È la prima volta in Sardegna! Sono davvero entusiasta di avere questa possibilità di essere qui e giocare! Ne ho sentito parlare ma sfortunatamente non ho avuto la possibilità di venire prima, ma ora posso recuperare”.
Chi è Angelika kowoska?
“Beh, ad essere onesta è una domanda davvero difficile! Trovo più facile parlare di basket che di me stessa, specialmente perché penso che la scoperta di noi stessi si prolunghi per tutta la nostra vita.
Direi che Angelika è una ragazza di 28 anni che viene dalla Polonia. Lei vive con il motto “Vivi solo una volta”, grazie al quale mantiene la sua mente positiva, nonostante tutte le difficoltà della vita. È una ragazza che ha avuto la possibilità di vivere il suo sogno giocando a basket, viaggiando e incontrando persone straordinarie in tutto il mondo. Angelika è la sorella maggiore del “the best” fratello di 18 anni, ed è figlia dei migliori genitori di sempre, che l’hanno sempre aiutata a vivere la sua vita da sogno. Tra le altre cose lei è anche una grande appassionata di scarpe (in prevalenza sneakers), è un’orgogliosa proprietaria di un adorabile cane (bulldog francese) ed è una grande amante del cibo, in particolare quello italiano!”.
Come si è trovata in questi primi giorni in Casa Virtus?
“Ho fatto, per il momento, diversi allenamenti con la squadra al completo e mi sento davvero bene qui! Le mie compagne di squadra sono davvero fantastiche e mi hanno accolto molto bene! Mi supportano molto e mi aiutano a capire cosa dice l’allenatrice durante il lavoro in campo perché non parlo italiano, quindi mi aiutano tutte, e ciò lo apprezzo molto!”.
Allenamenti duri e preparazione certosina alle partite…questo è lo stile Ferazzoli/Calandrelli… condivide questo metodo?
“Essere un allenatore secondo me è uno dei compiti più difficili. Allo stesso tempo devi essere un insegnante, un’autorità, un amico e anche uno psicologo..molte volte. Conosco le allenatrici da poco tempo, purtroppo, quindi non posso davvero giudicare il loro lavoro e i loro metodi, ma sono sicura che stanno facendo tutto il possibile per aiutare le ragazze a diventare giocatrici migliori, per sviluppare le loro abilità o anche per scoprirne di nuove! Questo processo è davvero lungo e richiede molto lavoro e sacrificio da entrambe le parti (giocatori e allenatori) ma dalla mia esperienza posso dire che ne vale davvero la pena”.
Massimiliano Spinella