A Napoli la Coppa Italia
BASKET, COPPA ITALIA – La Generazione Vincente Napoli ribalta il pronostico nella finale di Torino e supera l’EA7 Emporio Armani Milano per 77-72, regalando alla città la seconda Coppa Italia della storia dopo quella del 2006. Decisiva una tripla di Jacob Pullen a 13″ dalla sirena, quando l’Olimpia era andata in vantaggio dopo un lunghissimo inseguimento.
INALPI ARENA (TORINO) – Diciotto anni fa, nelle Final Eight di Forlì, fu Lynn Greer a conquistare l’amore eterno della città di Napoli. Oggi, è Jacob Pullen a mettere una firma indelebile nei ricordi dei tifosi partenopei. Con quella tripla pazza a 13″ dalla sirena, scagliata direttamente dal palleggio contro ogni idea di gestione del cronometro, in risposta al canestro con cui, pochi istanti prima, Shields aveva portato in vantaggio Milano, coronando una lunghissima rimonta dal -12. Napoli conclude il gran ballo di Torino come Cenerentola incoronata. Come già successo lo scorso anno per Brescia. Confermando la tradizione, anzi, la regola, che vuole la Coppa Italia come trofeo folle e impronosticabile.La GeVi arricchisce la bacheca cittadina con il secondo titolo e impedisce a Milano di fuggire in solitaria, staccando Virtus e Treviso nell’albo d’oro. Anzi. Lo fa impedendole di giocare quella pallacanestro di enorme solidità su entrambi i lati del campo con cui aveva trasformato in no-game le gare con Trento e Venezia. Coach Igor Milicic si conferma mago nella preparazione delle partite secche. Come già fatto giovedì sera nell’upset su Brescia. Ripetendo, in toto, il capolavoro dello scorso 8 ottobre, quando Napoli rifilò all’Olimpia il primo ko stagionale in campionato, esponendo le grosse difficoltà di accoppiamento e adattamento della squadra campione d’Italia.
La partita si decide nel primo tempo. Dove Napoli impone il proprio game-plan difensivo sin dalla palla a due. Togliendo a Milano tutti i punti di riferimento trovati da pick’n’roll nelle due partite precedenti di Torino. La fa cavalcando il quintetto pesante, con attenzione maniacale sulle rotazioni e sul lato debole e un lavoro dei lunghi che rasenta la perfezione sia nelle situazioni di show che di aiuto-e-recupero. Il centro-area, concesso con eccessiva morbidezza da Trento e Venezia, diventa un campo minato per Milano. Quasi inacessibile. E crolla, quindi, tutto il costrutto di penetra-e-scarica, spaziature ed extra-pass che aveva reso l’Olimpia una macchina macina-canestri prima della finale.
Sul lato opposto, Napoli affonda la lama sfruttando pienamente il proprio potenziale. Toglie altri punti di riferimento difensivi a Milano alternando le rollate di Tariq Owens (10) ai pop di Tomislav Zubcic (11), e squarta la debole resistenza di Shabazz Napier con le incursioni da pick’n’roll centrale di Tyler Ennis (21+7 assist), vero ago della bilancia della partita, assieme al poliedrico Michal Sokolowski (13+6 rimbalzi). Colpita su più fronti, l’Olimpia perde ogni occasione per correre e giocare di flusso, ritrovandosi semi-fossilizzata in situazioni statiche di scarsa efficacia. E il tiro dall’arco, totalmente assente per larghissimi tratti di partita (8/29, 28%), disegna lo spartito perfetto per la fuga napoletana.
Il +12 toccato dalla GeVi al rientro dagli spogliatoi sembra rincarare la dose. Delineando anche le premesse per il classico terzo quarto di appassimento totale biancorosso. Ma Milano, aggrappandosi a Nikola Mirotic (19 in 22′), alle incursioni di pura foga di Nicolò Melli (20+8 rimbalzi) e alla difesa rinforzata dagli ingressi di Diego Flaccadori e Kyle Hines, comincia una lenta rimonta sorretta quasi interamente dalla forza della disperazione. Quando due triple consecutive di Shavon Shields, infiammatosi d’incanto dopo 13 errori al tiro consecutivi, griffano un epico sorpasso a 24″ dalla sirena, l’Olimpia pregusta un colpo di coda da Oscar. Tanto bello, però, quanto immeritato. E la bomba di Pullen, fuori da qualsiasi contesto, salva Napoli da una beffa atroce.pictureShields chiama, Pullen risponde: finale stellare tra Milano e NapoliLa conquista della Coppa Italia da testa di serie #7 del tabellone vale già (quasi) una stagione per la GeVi. Che conferma così di essere la mina vagante più pericolosa dell’intero campionato, di difficilissima interpretazione per qualsiasi avversaria. E, soprattutto, consolida la candidatura di Igor Milicic per il premio di Coach of the Year. Perché, al momento, nessuna squadra così corta riesce a esprimere un basket tanto efficace e polivalente su entrambe le metacampo. In grado, in soli quattro giorni, di scardinare la solidità di Brescia, chetare l’attacco esplosivo di Reggio e smontare le certezze di livello Eurolega di Milano.L’Olimpia, invece, perde la grossa chance di schermarsi dietro a un trofeo dalla tempesta di questa prima parte di stagione. Che la vede lontana dai playoff di Eurolega, soltanto terza in campionato e già battuta a fine settembre in Supercoppa. Ora le resta un solo modo per rispondere alla superiorità della Virtus. Vincere il terzo scudetto consecutivo. E dovrà farlo con una pressione abissale sulle spalle.
EA7 EMPORIO ARMANI MILANO – GENERAZIONE VINCENTE NAPOLI 72-77Milano: Melli 20, Napier 8, Hall 5, Shields 10, Mirotic 19; Bortolani, Tonut, Ricci, Flaccadori, Hines 4, Voigtmann 6. N.e.: Caruso. All.: Messina.Napoli: Ennis 21, Owens 10, Brown 6, Sokolowski 13, Zubcic 11; Pullen 14, De Nicolao 2, Lever, Biar. N.e.: Sinagra, Ebeling, Bamba. All.: Milicic.
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