Bianchi: «Nella serie A del basket soltanto club senza debiti e con palazzetti di qualità»
(da Ilsole24ore) Sostenibilità e crescita nel medio periodo sono i 2 valori attorno ai quali la Lega basket, guidata dal presidente Egidio Bianchi, si ricompatta per difendere il futuro della Serie A della pallacanestro. Un torneo che sta ritrovando entusiamo (con la finale tra Sassari e Venezia al meglio dei 7 incontri che si sta svolgendo proprio in questi giorni) ma che ha vissuto una stagione costellata da default (con la radiazione dell’Auxilium Torino) e crisi societarie. «Crisi – sottolinea Bianchi – dipese essenzialmente dai soci proprietari, che hanno reso evidente la necessità di rendere il nostro basket uno sport di vertice ma sostenibile in tutti gli aspetti. Per questo abbiamo varato un nuovo regolamento esecutivo, coordinato con le regole federali, funzionale a prevenire altri fallimenti nel corso dell’anno. L’obiettivo è che i club non assumano impegni che non possono rispettare e si dotino di un patrimonio autonomo e solido».
Da settembre controlli più stringenti sui club
A settembre 2019 i club dovranno indicare l’ammontare degli impegni assunti verso i tesserati, tra stipendi e diritti di immagine, da saldare poi entro il 31 marzo 2020. Inoltre dovranno essere segnalate tutte le pendenze fiscali al 31 dicembre 2018 e le stesse andranno rateizzate con l’agenzia delle Entrate entro la fine dell’anno. Scatteranno anche controlli più rigidi a cui provvederà la stessa Lega insieme alla Comtec, l’organo di controllo della Federazione. Spetterà a quest’ultima l’irrogazione di eventuali penalizzazioni, mentre la Lega potrà adottare sanzioni pecuniarie. «Daremo ai club la possibilità di mettersi in regola relativamente agli impegni pregressi – spiega Bianchi -. Ma sul budget relativo all’annata in corso non dovranno esserci incertezze».
Torneo 2019-2020 a 18 squadre
Il prossimo torneo dovrebbe essere a 18 squadre, ma se nelle prossime settimane qualcuno dovesse tirarsi indietro perché non certo di poter rispettare gli impegni economici, non è escluso che si torni a 16. Il tempo del mecenatismo deve esaurirsi anche nel basket. «I proprietari mecenati – continua il presidente di Lega basket – si assumono in pieno l’onere della gestione di società che dovrebbero invece dotarsi di strutture aziendali e di modelli di business che non richiedano interventi di ricapitalizzazione». Questo vale sia per le proprietà italiane, sia per quelle straniere. «Sul caso Gerasimenko – chiarisce Bianchi- posso dire che si è presentato al nostro movimento con l’intenzione di grandi investimenti, ma poi si è ritrovato ad avere difficoltà legate alle proprie aziende. Anche il patron dell’Alma Triesteha avuto problemi con la propria azienda». Certo sarebbe importante assicurare ai club una maggiore e migliore redistribuzione dei ricavi. Intanto si è registrato un incremento dei proventi da sponsorship legati al campionato e ai playoff del 28% e dei ricavi da sponsorship sulla Final eight del 60. Più in generale, da quando la Lega è tornata a organizzarli direttamente, questi eventi hanno avuto più utili.
La rinegoziazione dei diritti tv
Tra una stagione, poi, dovranno essere rinegoziati i diritti media (oggi a Eurosporte Raisport) e la Lega Basket sta ragionando sull’opportunità di creare un proprio canale di distribuzione, anche in sinergia con un partner tecnologico o un broadcaster, con contratti più lunghi, per esempio di 6 anni, per attrarre investimenti cospicui. Sul tavolo ci sono più opzioni, fermo rimanendo l’obbligo previsto dalla legge Melandri di passare da un bando per l’assegnazione alle tv lineari. «Ma potremmo pensare anche a “regalare” a una piattaforma free i nostri diritti in cambio di un’adeguata visibilità costruendo intorno a ciò un modello di business alternativo». Con la Finanziaria intanto potrebbe essere reinserita nella legge Melandri una norma sulla mutualità verso gli altri sport a carico dei diritti tv del calcio – abolita 2 anni fa – in modo da “girare“ al basket un assegno di 3-4 milioni all’anno. «Oltre a questo – aggiunge Bianchi – stiamo lavorando nell’ambito della riforma dello sport promossa dal Governo. Come sport di squadra professionistico siamo assoggettati alla legge 91/81. Il basket deve rimanere uno sport professionistico, ma dovremmo avere dei sussidi per ridurre il costo del lavoro, come crediti d’imposta correlati a investimenti su vivai e impiantistica».
Gli impianti del basket devono essere polifunzionali
A questo proposito è venuto meno l’obbligo federale di avere palazzetti da 5mila posti (il nuovo minimo è di 3.500). Un intervento apprezzato da Bianchi convinto che la chiave sia la “qualità” legata alla singola realtà territoriale. «Dobbiamo avere impianti che vivano 365 giorni all’anno – chiarisce il numero uno di Lega Basket – che non vengano utilizzati soltanto in concomitanza dei match. Devono essere impianti polifunzionali, utilizzabili per eventi come concerti e spettacoli capaci di garantire una redditività extra. Per questo insieme all’Istituto del credito sportivo di Andrea Abodi stiamo lavorando su un progetto di restyling dei palazzetti che coinvolga le istituzioni locali. Abbiamo sviluppato un modello di impianto ideale che permette di evidenziare la “gap analysis” e predisporre gli interventi strutturali. Gli impianti finanziati dal fondo del Credito sportivo, operativo dall’autunno prossimo, potrebbero essere pronti per il 2025. Imporremo poi regole ad hoc sui restyling affinché tutte le arene abbiano determinati standard di fruibilità». A oggi, 12 club di Serie A hanno arene con capienze intorno ai 5mila posti. Venezia e Cremona hanno situazioni complesse perché è difficile pensare ad ampliamenti. Ai quali, invece, sta lavorando Trento, mentre a Brindisi e Bologna sponda Virtus si sta valutando di realizzare un nuovo palasport.