Sykes: “Io e Avellino, più forti nelle difficoltà. Due storie da film”
Dopo il trionfale pomeriggio di domenica è diventato l’idolo indiscusso della gente di Avellino che nel dopo gara contro Milano lo ha portato letteralmente in trionfo: Kiefer Sykes si gode questa popolarità improvvisa, di chi era arrivato in estate in Italia per fare «solo» il vice della star Norris Cole. Invece, la partenza per Podgorica del bicampione Nba, appena il club irpino ha ammesso le difficoltà economiche, ha spalancato al piccolo play americano le porte della notorietà. «Finora ha sempre giocato mettendo i soldi al primo posto – ricorda il d.s. avellinese Nicola Alberani, bravo a puntare su di lui dopo un’ottima stagione nella seconda lega turca ad Ankara –, giustificati da un’infanzia difficile e dall’essere diventato padre a soli 16 anni. La scorsa estate ha voluto fare il grande salto accettando di venire in Italia con un ingaggio normalissimo per farsi notare ad alto livello. È giovane, è un ragazzo dai grandi sentimenti, basta parlargli un po’ per capire che ha dentro qualcosa di speciale».
Contro Milano è stato semplicemente straordinario, nel giorno del suo 25° compleanno: che coincidenza…
«Già, sono nato il 30 dicembre, lo stesso giorno di LeBron James e di Tiger Woods: mi piace pensare che sia una data davvero speciale visto il valore dei due personaggi in questione».
Alla fine è venuta fuori la partita dei sogni.
«Già, davvero sognavamo di fare una partita di alto livello per battere Milano arrivata ad Avellino da imbattuta in campionato. È andata bene, l’abbiamo preparata al meglio in pochi giorni grazie a coach Vucinic che ci ha chiesto uno sforzo supplementare in questo momento societario sicuramente non semplice».
Sembra evidente che senza Norris Cole è come se si fosse liberato di un peso.
«Non è così, anzi lo ringrazio perché in tre mesi ho imparato tante cose da lui, quindi non è mai stato un problema. Ma è chiaro che andando via Norris lo stesso Vucinic mi ha chiesto non solo di far giocare la squadra, ma di segnare con continuità. Sto cercando di fare del mio meglio, la fortuna è avere ragazzi d’oro».
Le difficoltà economiche continuano, sebbene a fine gara il patron Gianandrea De Cesare abbia voluto rassicurare la squadra nello spogliatoio.
«Queste difficoltà ci hanno fortificati, fare gruppo era l’unica strada per andare avanti evitando di crollare. Dopo il -46 di Trieste i media ci hanno attaccato ma col coach siamo riusciti a trovare i tre successi di fila che hanno reso felice noi e il nostro fantastico pubblico. Nessuno sa come andrà a finire, si sentono mille chiacchiere. Ma a partire dal mio amico Young cerchiamo tutti di dare energia e vitalità per continuare a resistere, cercando di dare sempre il massimo durante gli allenamenti e le gare. Penso e spero che questa squadra possa restare così fino alla fine, evitando altre partenze: sarebbe davvero una bellissima storia».
Lei viene dal ghetto e da un’infanzia difficile a Chicago, dove molti suoi amici hanno preso strade sbagliate: la sua storia, di un ragazzo che ce l’ha fatta, è tutta in «Chi-Town», pellicola presentata al Torino Film Festival.
«Grande esperienza, il film sta circolando in tutto il Mondo e tra poco sarà disponibile anche su Amazon». Nel frattempo, proprio per venire incontro al club, Sykes e Young hanno deciso di vivere insieme, facendo così risparmiare un fitto di casa: è da queste cose che si capisce lo spessore delle persone.
dalla Gazzetta dello Sport – Mario Canfora